Archeologia Subacquea

La Storia

San Vito lo Capo è una località conosciuta anche per l’archeologia subacquea. Dal 1991 al 2009 l’Istituto di Attività Subacquee di Palermo (IAS), con la supervisione della Soprintendenza del Mare, ha svolto un importante lavoro di documentazione su diverse aree di interesse archeologico individuate lungo il tratto di costa che si estende dalla Tonnara di San Vito a monte Cofano

Sono stati rilevati diversi siti che presentano una considerevole concentrazione di importanti reperti: Relitto delle Macine, Relitto dello Scialandro, Sito Romano di Macari, Relitto del Faro, Sito Romano III e sito Romano IV, Sito della tonnara del secco.

Il materiale ritrovato e catalogato in tutta l’area indagata interessa un ampio arco di tempo compreso tra il IV secolo a.C. ed il XVI secolo d.C. La Sea Diver, società fondata da alcuni allievi e collaboratori dello stesso IAS, si propone di continuare l’attività di ricerca e monitoraggio del patrimonio archeologico subacqueo di San Vito lo Capo.
Nel mese di settembre 2013 è stata avviata la prima campagna di ripresa dei campi scuola di archeologia, in collaborazione con la Giano di Pisa, società di archeologi con una solida esperienza nell’ambito del rilievo e scavo archeologico.

Sono state effettuate delle prospezioni visive con l’ausilio di moderni sistemi di rilievo, così è stato possibile non solo individuare la posizione geografica dei siti già oggetto di studio ma anche metterli in relazione su una mappa georeferenziata, al fine di realizzare una carta del potenziale archeologico del golfo.