Dal 1991 al 2009 l’Istituto di Attività Subacquee di Palermo (IAS), con la supervisione della Soprintendenza del Mare, ha svolto un importante lavoro di documentazione su diverse aree di interesse archeologico individuate lungo il tratto di costa che si estende dalla Tonnara di San Vito a monte Cofano. Le aree d’interesse più rilevanti sono:
IL RELITTO ARABO-NORMANNO DEL FARO
Le prime scoperte di giacimenti subacquei si datano al 1992, quando si è individuata l’ubicazione di uno dei più importanti e più a lungo indagati siti sommersi italiani, il relitto arabo-normanno del Faro. Questa imbarcazione, databile in base al suo carico al XII – XIII secolo d.C., trasportava poco meno di mille anfore vinarie di ridotte dimensioni, altri contenitori più grandi adibiti probabilmente al trasporto di derrate alimentari solide e ceramica per uso di bordo.
LA TONNARA DEL SECCO
L’adiacente Seno del Secco, inoltre, era sede di un importante stabilimento di produzione del garum, una salsa di pesce molto apprezzata nel mondo romano, le cui tracce sono state identificate presso la dismessa Tonnara di San Vito, dove sono state portate alla luce delle vasche adibite a questa produzione. La presenza nelle acque del golfo di numerosi contenitori funzionali al trasporto di tale salsa è una ulteriore conferma della floridezza dei commerci nella zona.
IL SITO DELLE MACINE
Negli ultimi anni la scoperta di un imponente carico di macine in pietra basaltica, il cosiddetto Relitto delle Macine, ha aggiunto un nuovo tassello alla conoscenza dei traffici antichi, ponendo ulteriori importanti interrogativi ai quali le prossime campagne tenteranno di dar risposta.